Forse c’è una reciproca strategia donatoria fra l’Etna e gli uomini della sua terra, che in cambio di tanta fertilità ne hanno fatto il più mitico dei vulcani, ricco di una sua estraneità confinante con l’oltretomba, percepita dai poeti.
Chi avrebbe mai immaginato che da una passeggiata sull’Etna sarebbe nata un’opera del genere? Eclettica, sorprendente, poetica, erudita, così come Maria Corti. Un viaggio fantastico alla scoperta dell’Etna come luogo magico attraverso i secoli e i popoli che l’hanno incontrata. Dal dio Vulcano a re Artù, tra santi e peccatori: una visione inedita e affascinante del vulcano attivo più alto d’Europa.
Come leggiamo nella Prefazione di Longoni: «Il progetto di Corti di raccontare l’Etna, si pone al crocevia di studi, biografia e invenzione. Pensato inizialmente come racconto breve, Catasto magico, pubblicato la prima volta nel 1999, nasce dalle letture della Corti medievista. Il disegno iniziale si fa però più vasto, perché la rilettura dei testi classici e dei molti autori che hanno raccontato nel tempo il Vulcano, ognuno a suo modo, svela come ’a Muntagna abbia continuato a generare affabulazioni e fantasticherie, diventando un affascinante repertorio di miti e di leggende. L’Etna ha offerto un’immagine ogni volta diversa, come accade appunto ai capolavori della letteratura, che pur rimanendo sempre uguali a sé stessi sono capaci di generare interpretazioni differenti. Ma alla nascita di Catasto magico contribuisce anche l’amore per la Sicilia e una passeggiata notturna verso il cratere, che Corti fece trent’anni prima dell’uscita del libro, partendo da Nicolosi».
Per chi | Per chi ama miti e leggende; per chi non conosce il vulcano attivo più alto d’Europa; per chi non sapeva che fosse femmina; per chi ha già incontrato l’Etna per studio, turismo, curiosità; per chi vive ai suoi piedi e sente ogni giorno la sua presenza, o semplicemente per chi non se l’è mai sentita raccontare così.
Maria Corti | (1915-2002), è stata scrittrice, critica letteraria, storica della lingua, filologa e semiologa. Insegna per molti anni nelle scuole secondarie superiori e diviene poi docente universitaria a Lecce, assumendo infine la cattedra di Storia della lingua italiana a Pavia, dove resterà. Proprio qui, insieme ad alcuni suoi colleghi, tra cui Segre e Isella, fonda una scuola di studi letterari nota come “Scuola di Pavia”, che alla tradizione filologica unisce i nuovi studi semiotici e lo strutturalismo.
Grazie solo alla sua passione e lungimiranza, nel 1969, dalla donazione di Montale di alcuni dei suoi taccuini, crea il Fondo Manoscritti dell’Università di Pavia, che è considerato fra i più importanti archivi italiani per la conservazione e lo studio del patrimonio archivistico e bibliografico moderno e contemporaneo. Collabora a quotidiani, a numerose riviste scientifiche, condirige “Strumenti critici”, “Alfabeta”, fonda e dirige “Autografo”, e cura diverse collane editoriali.
Tra i suoi studi filologico-letterari: Principi della comunicazione letteraria (1976), La felicità mentale. Nuove prospettive per Cavalcanti e Dante (1983), Percorsi dell’invenzione. Il linguaggio poetico e Dante (1993). Ha diretto l’edizione critica delle Opere di Fenoglio (1978).
Tra le opere narrative: L’ora di tutti (1962), Il ballo dei sapienti (1966), Cantare nel buio (1981, 1991), Voci dal nord-est (1986), Ombre dal fondo (1997, 2022).
Per l’appassionata ed enciclopedica conoscenza, e per le rigorose analisi testuali, capaci di aprire nuove e originali prospettive di ricerca, per l’impegno e il temperamento, è stata una delle figure più significative della cultura italiana del Novecento.
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